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Acquapagana

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Acquapagana e gli organi della famiglia Fedeli

La famiglia Fedeli rappresenta la più importante dinastia organaria delle Marche e una delle principali dell’arte organaria italiana tra il Settecento e il Novecento.

Attivi dalla fine del Seicento fino ai primi decenni del Novecento in varie regioni italiane come Marche, Umbria, Abruzzo, Lazio, Emilia Romagna, i Fedeli operarono anche in importanti capitali come Roma, Napoli, Torino e Venezia, oltre che a Ferrara, Bologna, Modena e Rovigo. Gli organi costruiti dalla famiglia Fedeli e giunti fino a noi sono stimati in oltre duecento, con una maggiore concentrazione nelle Marche, Umbria e Abruzzo, equamente distribuiti su tutto il territorio di queste regioni, nonché nel Reatino e nel Ferrarese, dove alcuni rami della famiglia si stabilirono e rimasero attivi per varie generazioni.

I modelli di strumenti realizzati dai Fedeli variano dal piccolo organo positivo all’imponente organo di 16 piedi. Un esempio significativo è lo splendido organo della Basilica di San Bernardino a L’Aquila, costruito da Feliciano Fedeli nel 1725-26, considerato uno dei monumenti dell’arte organaria barocca italiana. La famiglia Fedeli costruì organi con una o due tastiere, ma il modello più diffuso era l’organo da muro di medie dimensioni, con una sola tastiera e fondato sul Principale di 8 piedi, dotato di una decina di registri tra quelli “di ripieno” e quelli “di concerto”. Questi strumenti venivano realizzati con lo stesso scrupolo e impegno professionale sia per le piccole e povere chiese di paese sia per le cattedrali delle grandi città, ricche di risorse finanziarie.

Il principale luogo di residenza e attività della famiglia Fedeli fu l’attuale frazione di Corgneto, poco distante da Acquapagana, nel comune di Serravalle di Chienti, un tempo parte del territorio denominato Rocchetta di Camerino. Qui si trovava la loro operosa bottega artigiana, dove vari membri della famiglia collaboravano secondo un modello patriarcale. Da questa bottega uscirono per oltre due secoli centinaia di eccellenti strumenti, fino a quando Domenico Fedeli trasferì il laboratorio a Foligno. Tra l’Ottocento e il Novecento, la tradizione familiare continuò con Zeno, l’ultimo esponente dei Fedeli noto a livello nazionale per una produzione originale che abbracciò le istanze tecnico-estetiche della cosiddetta “riforma ceciliana”, senza tuttavia abbandonare i criteri di alta qualità professionale trasmessi dagli avi.

Tra gli organi ancora oggi ammirabili sul territorio, spicca quello presente all’interno dell’Abbazia di Acquapagana.