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Il Castello di Dignano nel XIII sec. d.C.
Dignano oltre alle mura, sono ancora riconoscibili i resti di una torre cilindrica parzialmente distrutta e di un torrione. Il castello ha perso tutte le sue caratteristiche difensive. Solo nella parte ovest è ancora visibile una parte della cinta muraria e un bastione di difesa. L’interno è stato completamente ristrutturato in seguito ai danni del terremoto del 1997, cancellando gran parte delle architetture medievali. Rimane solo una finestra del XV secolo all’interno di un edificio denominato Palazzetto Corsi. Nel 1265, il Comune riceveva le sottomissioni degli uomini delle comunità di Rocchetta e di Percanestro-Elci, fatte con il consenso dei Signori del luogo, vassalli della famiglia Baschi. Tuttavia, si trattava di un consenso formale poiché quei terreni erano stati confiscati dalla Chiesa ai Baschi ghibellini, tanto che il 5 febbraio 1296 papa Bonifacio VIII ne rivendicò la giurisdizione.
Dignano era un castello a statuto speciale, compreso tra le terre raccomandate del Comune di Camerino e incluso dal 1265 nel distretto di questa città. Per una consuetudine attestata fin dal 1233, era un feudo esente da ogni carico fiscale dovuto alla Camera ducale di Spoleto, sotto la cui giurisdizione provinciale era posto.
Su un’altura di fronte al paese, a 1059 metri di altitudine, esisteva un castelliere protostorico in località ancora oggi chiamata il Castello. Considerato un luogo sacro, è ora appena segnalato da una croce. Fino a qualche decennio fa, i fedeli vi accedevano processionalmente il giorno dell’Ascensione, portando sulle spalle una pesante pietra prelevata nell’ultimo tratto del pellegrinaggio.
Nel 1263, si risale all’organizzazione militare del territorio da parte dei comuni di Camerino, Foligno e Spoleto, con la costruzione o il riassetto dei castelli di Verchiano, Popola, Colfiorito ed Annifo da parte del comune di Foligno; di Elci, Percanestro, Rocchetta, Dignano e Serravalle da parte di Camerino; mentre sul corridoio tra le due catene parallele di difesa si incuneavano due fortificazioni costruite dagli Spoletini: Acquafranca e Montesanto.
In uno strumento di vendita datato 18 marzo 1264, il conte Tommaso di Bonconte, figlio di Ugolino Bonconte de Vassci (Baschi), vendette a Rinaldo di Napoleone il castello di Dignano per 3000 libre. Il castello, che apparteneva a Camerino, fronteggiava dalla collina il castello di Colfiorito, di pertinenza folignate. Inoltre, la presenza della palude plestina rendeva vaghi i confini, spesso causando dissidi per sconfinamenti.